La Giustizia continua a fare chiarezza sulle accuse e sulle vicende che negli ultimi anni hanno travolto la figura di Lodovica Mairè Rogati. Con due decreti di archiviazione emessi dal Tribunale di Roma, la Presidente dell’Associazione “IO NON CI STO” è stata definitivamente scagionata dalle accuse di stalking mosse dall’ex senatore Matteo Richetti, oggi deputato del Partito Azione di Carlo Calenda, e da quelle di minacce avanzate dalla titolare di un centro estetico romano, tale Ilaria Mollaioli del centro estetico Esthetique Med Lab in via di Vigna Stelluti 166, titolare anche del negozio accanto Il Raviolo.
Ma non è finita qui: nuovi capitoli emergono dalla sua battaglia legale, che include querele, richieste di risarcimento ed un’indagine sui vocali e i messaggi dell’ex senatore Richetti, da sempre annunciati dalla Rogati come prove a sostegno della sua posizione ed oggi confermati nella loro veridicità.
Decreti di archiviazione: un punto fermo nella vicenda
Le accuse di stalking mosse da Matteo Richetti nel 2021 (che aveva sporto denuncia contro ignoti) hanno dominato i titoli dei giornali, dipingendo la Rogati come una presunta persecutrice per vie delle accuse pubbliche mosse ingiustamente da Carlo Calenda e dallo stesso Richetti. Tuttavia, il decreto di archiviazione firmato dal GIP Marisa Mosetti ha chiarito che le indagini hanno dimostrato la totale estraneità di Lodovica Mairè Rogati ai fatti a lei ingiustamente imputati. Perquisizioni, analisi digitali e richieste a piattaforme online hanno confermato l’infondatezza delle accuse. Stesso esito per il caso del centro estetico, dove le presunte minacce si sono rivelate prive di riscontri oggettivi.
“La verità ha prevalso,” ha dichiarato Lodovica Mairè Rogati. “Questi procedimenti non avrebbero mai dovuto iniziare, ma sono grata che la Giustizia abbia fatto il suo corso.”
Le accuse contro Araba Dell’Utri e Selvaggia Lucarelli
Le vicende che vedono coinvolta Lodovica Mairè Rogati non si fermano qui. Una querela per “diffamazione aggravata” è stata, infatti, presentata dalla Rogati contro Araba Dell’Utri, nipote di Marcello Dell’Utri, condannato per mafia in via definitiva. Quest’ultima aveva inventato di aver ricevuto da Lodovica Mairè Rogati messaggi aggressivi e ciò è risultato totalmente falso. La Rogati ha definito quelle dichiarazioni come “farneticanti, prive di qualsiasi fondamento e provenienti da una persona non sana di mente”.
A queste si aggiunge la querela contro Selvaggia Lucarelli, che in più occasioni ha preso posizione pubblica contro la Rogati inventando gravissime falsità sul suo conto. “La stampa non può trasformarsi in un tribunale mediatico,” ha dichiarato la Rogati. “Sto chiedendo risarcimenti per oltre 500 mila euro non solo alle testate e ai giornalisti che hanno alimentato un’immagine distorta della mia persona, ma anche ad individui come questa Lucarelli che non sono nemmeno giornalisti e che si permettono di pubblicare bugie gravissime contro persone per bene.”
Una narrazione ribaltata
Un elemento chiave della difesa della Rogati sono stati i messaggi e i vocali attribuiti a Matteo Richetti, analizzati da un perito del Tribunale di Roma. Secondo quanto emerso, come già noto all’epoca dei fatti di settembre 2022, Richetti avrebbe inviato messaggi che contraddicono la sua versione, dichiarando contemporaneamente amore per la Rogati e minacciandola di non parlare pubblicamente. Questi materiali offrono una prospettiva completamente diversa rispetto alla narrazione diffusa inizialmente.
“Questi messaggi mostrano la verità,” ha affermato Lodovica Mairè Rogati. “Hanno cercato di dipingermi come una manipolatrice ma i fatti parlano chiaro: l’unica vittima sono io.”
Diffamazioni pubbliche, quanti casi in tv!
Tra le vicende più controverse vi è l’apparizione televisiva su La7, durante la trasmissione “L’Aria che Tira“, in cui Carlo Calenda e la conduttrice Myrta Merlino hanno diffamato pubblicamente Rogati. Quest’ultima ha querelato entrambi, affermando che le loro parole hanno contribuito ad alimentare una narrazione falsa e dannosa. “Non accetterò mai che una diretta televisiva venga usata per distruggere la reputazione di una persona,” ha dichiarato la Rogati, annunciando una richiesta di risarcimento di 500 mila euro anche in questo caso.
Tra le tante accuse rivolte alla Rogati vi è anche quella di aver frequentato assiduamente il Generale Carlo De Donno, numero due dell’Aisi, il Servizio Segreto interno italiano. Lodovica Mairè Rogati ha precisato che tra i due vi era un rapporto professionale e amichevole. “Io e Carlo De Donno non abbiamo fatto solo una cena insieme, ma numerose. Vi era un rapporto professionale di grande stima”.
Tra le querele figura anche quella contro il giornalista Federico Ruffo. La Rogati ha dichiarato: “Le bugie di Ruffo non solo risultano false e gravemente diffamatorie, ma soprattutto di natura feroce e misogina”. L’attrice ha avviato un’azione legale per tutelare la sua reputazione.
Un futuro tra cinema e Giustizia
Mentre i procedimenti legali continuano, Lodovica Mairè Rogati guarda al futuro con determinazione. La sua esperienza è diventata fonte di ispirazione per un nuovo film che ha appena scritto. Inoltre un secondo libro è in fase di completamento, dopo il successo del suo primo lavoro “Cuore Africano“.
“Questa vicenda ha segnato la mia vita ma non mi ha spezzata,” ha dichiarato. “Sto trasformando tutto questo dolore in arte e Giustizia. La verità è la mia unica arma.”
Con querele in corso e richieste di risarcimento che coinvolgono politici, giornalisti e testate, la Rogati promette di continuare la sua battaglia per ristabilire la verità e difendere la sua reputazione.